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martedì 26 aprile 2011

nuove invenzioni utili ed ecocompatibili

Ideate dai maggiori cervelloni mondiali per risolvere i tanti problemi che hanno milioni di persone nei Paesi poveri, tantissime invenzioni sono state brevettate sfruttando le energie rinnovabili le quali, un giorno e se ce lo permetteranno, potrebbero entrare a far parte anche del nostro uso quotidiano. Non si tratta di tecnologie o prodotti scadenti, tipo il computer a manovella per i Paesi africani.
Qui stiamo parlando di tecnologie di ultima generazione, anche più avanzate rispetto a quelle utilizzate oggi normalmente, le quali hanno la grande capacità di essere funzionali anche senza sprecare risorse. Un esempio? Il fornello solare che, anziché utilizzare le pericolosissime e dispendiose bombole del gas da campeggio, permette di cucinare, riscaldare l’acqua e renderla potabile grazie a dei pannelli solari. Con un costo non esorbitante. Il costo di fabbricazione è di 5 dollari, se si evitano troppi passaggi di mani, il costo finale non sarà elevatissimo, almeno non più dei vecchi forni a gas.
Grazie a Repubblica possiamo ora riferirvi degli altri oggetti del futuro sostenibile di cui possiamo già usufruire. Battendo sempre sul tasto del solare, l’MIT di Boston ha inventato il tessuto luce, un tessuto fatto anch’esso con pannelli solari flessibili i quali sono in grado di produrre energia elettrica; ma il sole può essere utilizzato anche per il trasporto, e così a breve la città di Montreal (Canada) sarà la prima a sperimentare le prime biciclette che, se ricaricate alla rastrelliera solare con la tecnica del bike sharing, le potranno trasformare in motorino ecologico

L’invenzione più imponente relativa al solare però è un’altra, e riguarda sempre i mezzi di trasporto. Soltanto che non si tratta più di una piccola bicicletta, ma di un’enorme nave. Più precisamente si tratta di una barca a propulsione solare direttache concentra i raggi del sole in un dispositivo a strisce di carbonio nanostrutturato le quali, riscaldandosi, rilasciano energia termica. L’energia poi, a contatto con il mare, riesce a far spostare anche un’enorme nave.
Se invece vogliamo guardare oltre il solare, le alternative non ci mancano. Possiamo infatti sfruttare il riciclo di qualcosa che noi gettiamo sicuramente, i residui di caffè e di tè, i quali possono essere riutilizzati al posto dell’inchiostro (risparmiando così petrolio) in una stampante inventata dal coreano Jeon Hwan Ju. Oppure possiamo risparmiare sul detersivo lavando i nostri panni con le noci. L’invenzione è dell’ungherese Levente Szabo, ma la tecnologia esiste da secoli in India e Nepal, dove alcune noci lavanti, il cui guscio contiene saponina, lo stesso prodotto dei saponi industriali, vengono utilizzate per fare il bucato. Con risultati apprezzabili.
Non poteva mancare in questo elenco anche l’altra grande energia rinnovabile, l’energia eolica. L’Università di Delft, in Olanda, è riuscita in un intento straordinario: rendere potabile l’acqua di mare senza elettricità. Come ci si può aspettare dai Paesi Bassi, tutto si basa sulla tecnologia dei mulini a vento. Questi, lungi da secoli dall’elettricità, utilizzano la tecnica dell’osmosi inversa. In pratica raccolgono l’acqua di mare ed esercitando una pressione di 60 bar rilasciano il sale, rendendo potabile l’acqua. Serve altro per inserire l’ecologia nella nostra società? Ah sì, la volontà.                                                                                                                                                                        


                                                                                                                                                                   Ci siamo già occupati più volte delle idee ecologiche di Parigi. Negli ultimi mesi infatti la capitale francese è salita agli onori della ribalta per aver tentato la costruzione di un impianto eolico cittadino, prima volta per una metropoli, per le iniziative sul risparmio idrico, le auto elettriche ed i progetti solari. Oggi la ville lumière presenta un’altra trovata che, se dovesse funzionare, avrebbe un che di geniale: l’energia dalle fogne.
La utility energetica cittadina ha deciso di sfruttare il calore delle acque refluepresenti nelle fogne per produrre energia da inviare ad alcuni istituti scolastici cittadini. Il primo è stato l’istituto Wattignies, nel 12° arrondissement della Capitale, il quale è stato dotato di una pompa di calore e 60 metri di scambiatori di calore.


E’ la prima volta che questo processo è stato usato a Parigi, anche se l’idea non è del tutto originale. L’anno scorso, una piccola città francese vicina ha iniziato ad utilizzare il calore dalle acque di scarico dei suoi tubi per riscaldare le piscine. Visto che l’esperimento ha funzionato, è stato “esportato” anche nella Capitale.
L’idea è ottima in quanto, in questo modo, si possono risparmiare grosse quantità di denaro per il riscaldamento, utilizzando una fonte molto più continua delle classicherinnovabili dato che il calore delle fogne è presente 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Il meccanismo è semplice: l’acqua riscaldata per lavastoviglie, lavatrici, docce e lavandini in genere va perduta, ma ora sarà recuperata, e le proiezioni statistiche sono impressionanti. Se tutto andasse secondo i piani, il nuovo sistema riuscirà a soddisfare il 70% del fabbisogno di riscaldamento della scuola ed evitare così l’emissione di 76,3 tonnellate di CO2 all’anno. Il processo è sicuro e pulito, non richiede la combustione e non produce cattivi odori in quanto solo il calore viene recuperato dall’acqua di fogna, e nient’altro.
Eolico: Parigi testa la possibilità di impianti eolici sui tetti cittadini (gallery)                

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